Gianfranco Asveri

BIOGRAFIA

Asveri

Comincia a dipingere nel 1969 approcciandosi ad una pittura dal linguaggio figurativo tradizionale, per poi affermare la sua forte identità artistica con un rilevante mutamento di stile e personalità pittorica. Infatti, a partire dagli anni ’80, l’artista cambia registro e si avvicina alla poetica dell’espressionismo dell’Art brut, corrente fondata dal pittore e scultore Jean Dubuffet al fine di indicare le produzioni artistiche realizzate da pazienti costretti in ospedali psichiatrici.

L’Art Brut è un’arte fuori dalle norme estetiche convenzionali, un’arte spontanea, impermeabile alle pretese culturali e apparentemente senza riflessione alcuna. Nelle opere degli artisti di questa corrente, vigeva un senso di forte libertà, essi difatti non perseguivano riconoscimento e approvazione, ma si lasciavano guidare dal proprio istinto e la propria emotività. Tutto ciò lo si può notare e trovare nelle bizzarre raffigurazioni dei soggetti, nell’irrealistico uso del colore e nel gesto indipendente proprio degli artisti autodidatti.

Asveri ne adotta il linguaggio e lo fa suo, rivoluzionando il proprio stile pittorico per passare da immagini facilmente e direttamente riferibili ad un’espressione più istintiva e personale, ricca di colore e materia. Nelle opere dell’artista ritroviamo un lato più emotivo, affiancato da un carattere energetico, incisivo, vivace ed estremamente sintetico.

Tuttavia, l’anti-naturalismo delle sue rappresentazioni si scontra con un forte studio e un’altrettanta attenta osservazione del reale: Asveri riporta sulla tela gli animali e la natura che lui ama sopra ogni cosa, dedicandogli non solo dipinti, ma anche disegni e poesia.

“Io dipingo quello che vedo aprendo la finestra di casa mia.”
Come lui ama dire…

TECNICHE DI STAMPA

Biografia

BIOGRAFIA

Asveri

Comincia a dipingere nel 1969 approcciandosi ad una pittura dal linguaggio figurativo tradizionale, per poi affermare la sua forte identità artistica con un rilevante mutamento di stile e personalità pittorica. Infatti, a partire dagli anni ’80, l’artista cambia registro e si avvicina alla poetica dell’espressionismo dell’Art brut, corrente fondata dal pittore e scultore Jean Dubuffet al fine di indicare le produzioni artistiche realizzate da pazienti costretti in ospedali psichiatrici.

L’Art Brut è un’arte fuori dalle norme estetiche convenzionali, un’arte spontanea, impermeabile alle pretese culturali e apparentemente senza riflessione alcuna. Nelle opere degli artisti di questa corrente, vigeva un senso di forte libertà, essi difatti non perseguivano riconoscimento e approvazione, ma si lasciavano guidare dal proprio istinto e la propria emotività. Tutto ciò lo si può notare e trovare nelle bizzarre raffigurazioni dei soggetti, nell’irrealistico uso del colore e nel gesto indipendente proprio degli artisti autodidatti.

Asveri ne adotta il linguaggio e lo fa suo, rivoluzionando il proprio stile pittorico per passare da immagini facilmente e direttamente riferibili ad un’espressione più istintiva e personale, ricca di colore e materia. Nelle opere dell’artista ritroviamo un lato più emotivo, affiancato da un carattere energetico, incisivo, vivace ed estremamente sintetico.

Tuttavia, l’anti-naturalismo delle sue rappresentazioni si scontra con un forte studio e un’altrettanta attenta osservazione del reale: Asveri riporta sulla tela gli animali e la natura che lui ama sopra ogni cosa, dedicandogli non solo dipinti, ma anche disegni e poesia.

“Io dipingo quello che vedo aprendo la finestra di casa mia.”
Come lui ama dire…

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Opere